La “Sciot & Vnot” (andata e ritorno), da Martina Franca a Locorotondo e rientro a Martina, non è solo una gara podistica, ma è l’esaltazione della bellezza, della ricchezza di uno degli scorci più belli d’Italia, la Valle d’Itria.
In quei quindici chilometri e passa (alcuni hanno parlato di 15,3 – altri di 15,5) c’è la possibilità di ammirare dapprima Martina Franca – grande, maestosa, ricca di arte – per passare all’immense distese verdi tra le quali spiccano quegli splendidi trulli e le case bianche, giungere a Locorotondo – panoramica e da scoprire – e ripercorrere le strade tra i vastissimi spazi verdi che qui ancora resistono – con persino animali al pascolo e ottime colture – e rientrare a Martina, dove il tour nel centro storico conduce al traguardo.
Per passare alla res podistica, un percorso tecnico, duro, allenante, da “prendere con le pinze” come si usa dire, perché se è diventato ancor più spettacolare rispetto alla precedente edizione, ha presentato una serie di difficoltà aggiuntive che si sono fatte sentire – e continueranno a farsi sentire nei prossimi giorni – nelle gambe. Salite, salite e salite, discese, discese e discese, gradini, tratti su sterrato, tratti sull’antica pavimentazione, curve e curvette nei centri storici, davvero il percorso non ha risparmiato nulla ai protagonisti.
Ma è un dolce faticare, al podista la fatica piace come piacciono i panorami, i ristori accoglienti con musica, l’ospitalità di queste gente, il panino con capocollo all’arrivo, il bocconotto, il vino, il the caldo, l’acqua, offerti a iosa, quasi a voler risarcire gli atleti della grande fatica.
Gara dura da rispettare, amare e tornare, quest’anno sono stati 1140, fra atleti Fidal, liberi e camminatori a scegliere questa manifestazione nonostante la ricca, ricchissima concorrenza contemporanea in regione.
Un plauso da subito all’associazione Martina Franca Running, al suo presidente Francesco Cervellera e a tutti i soci, per l’organizzazione, ma soprattutto per l’umanità che ci mettono, è piacevole vedere gli organizzatori – pur stressati dall’impegno in corso – sorridere, stringere la mano, abbracciare, ringraziare per esserci.
Lasciata un po’ a fatica l’auto, il ritrovo è fissato nella lunghissima Piazza XX Settembre, con distribuzione pettorali e chip presso il Palazzo Ducale, oramai sede del locale Comune, uno volta superato la splendida Porta Santo Stefano.
In due distinti lati, con i “clienti” in attesa sulle scale del palazzo, divisi tra camminatori e competitivi, si ritirano con relativa rapidità, i pettorali e i chip, manca il pacco gara, ma per i 6 euro dell’iscrizione gli atleti si rifaranno nel dopo-gara.
Giornata dal cielo coperto, ma non troppo grigio, anche la temperatura è ragionevole, fa freddino ma si sta bene, avessi corso avrei indossato la canotta, anche se una magliettina tecnica da sotto non fa mai male.
E, parimenti, non fa mai male, la voce coinvolgente di speaker Paolo Liuzzi che in attimo con “quattro parole” attira su di sé e, conseguentemente sulla manifestazione, l’attenzione della piazza.
Partenza prevista sull’ampio Corso Italia: i bagni chimici posti intelligentemente sull’attigua piazza evitano ogni problema (bagni chimici che si aggiungono alle storiche strutture fisse in villa e sotto la scalinata), consentendo agli atleti una pre-via… tranquillo.
A proposito di via, alle ore 9.05 è stato dato il via ai camminatori, per evitare sovrapposizioni e pericoli, qualcuno corre, qualcuno marcia, altri avanzano molto lentamente.
Frattanto, mentre gli atleti più seri prolungano sino agli ultimi istanti il riscaldamento, la massa si va pian piano schierando e non disdegna il saluto, l’abbraccio con l’amico, un ballo a ritmo di musica diffusa dagli altoparlanti e chiaramente una foto da lasciare ai posteri.
Spicca Lorenza Verdura, capello, fischietto, berretto e manette da poliziotto americano sulla divisa sociale la fanno tanto Village People, attirando l’attenzione generale.
Tra i maschi, gli occhi sono sempre e soprattutto sul favorito, Luigino Zullo, che sotto il completo nero indossa la sua pelle tatuata, ironico, sorridente e irriverente come sempre.
Attimi di attesa, il giudice Raffaele Russo è pronto a lasciar partire il colpo di start, finalmente giunge il via libera dalla Polizia locale e si può cominciare. Partenza in leggera discesa, i primi partono a mille, da subito Zullo distacca gli avversari, anche se Esposito lo tiene sotto controllo visivo. E così tra le donne, una scattante De Robertis sembra mettere dietro tutte, compresa la martinese d’azione Marisa Russo e la “storica” Emma Delfine.
Il percorso intanto, tra cambi di pendenza vari porta a Locorotondo, dove s’incontra la prima novità del tracciato, con il tratto in sterrato, con tunnel e difficoltosi gradini, prima di salire per imboccare il lungo Belvedere, attraversare lo spettacolare ma difficoltoso centro storico, e avviarsi per il ritorno a Martina, dove però, dopo tanti saliscendi, occorre scalare la solita e tradizionale salita che non termina mai… Finalmente Martina, anche qui il centro storico, curve e curvette allungano il tratto finale, ma ecco, nello splendido scenario di Piazza Maria Immacolata, il traguardo da tagliare, il bip del chip, il giudice a rilevare il numero di pettorale e finalmente il ristoro finale per il meritato e agognato riposo finale.
“Tutto molto bello” diceva qualcuno, altamente spettacolare, da migliorare solo il traffico pedonale negli ultimi metri nel centro storico, qualche atleta si è fatto spazio con le grida, qualcuno ha dovuto rallentare, qualcuno ha rischiato di far e farsi male, tutto è finito bene, ma per le prossime edizioni bisognerà gestire meglio i cittadini locali, i turisti e i “testoni” di podisti che, terminata la propria gara, tornano indietro a prendere l’amico o l’amica, ostacolando gli altri atleti ancora in competizione.
Avevamo lasciato Luigi Zullo in testa alla gara e così lo ritroviamo, una grande prova dell’uomo di punta del Running Team D’Angela Sport Turi che conclude vittorioso in 52:55, guadagnandosi gli applausi del pubblico e le lodi di speaker Paolo. E ci aggiungiamo anche noi, che ammiriamo chi s’impegna e merita il successo, sempre convinti che in atletica decide il giudice più imparziale che esiste, il cronometro!
Qualche difficoltà respiratoria, come confesserà l’indomani sui social, ma da combattente qual è Antonio “Tony” Esposito, non molla e va a conquistare la piazza d’onore, concludendo in 55:19. Terzo gradino del podio per Francesco Quarato (Team Pianeta Sport Massafra) che dimostra di essere finalmente quasi totalmente guarito affrontando un percorso simile, giungendo al traguardo in 55:40.
In preparazione per le lunghe, ma sempre prestante, Giuseppe Moliterni (Gravina festina lente!) è quarto in 57:00, seguito dal bravissimo Francesco Marotti (Giovani Atleti Bari), quinto 57:10. E, per la serie non si dimentica mai di come si corre, ecco Angelo Pazienza (Dynamyk Palo del Colle), il mister, classe 1968, sesto in 57:55; mentre, prima atleta di casa, tra gli onori del pubblico, ecco settimo in 58:32, l’arrivo dell’eccellente Pietro Carbotti (Martina Franca Running). Ennesima ottima gara per Pietro Torroni (Runners San Michele Salentino), ottavo in 59:01, a precedere lo scatenato Valerio Vinci (Amatori Cisternino), nono in 59:16, e il validissimo Antonio Cardone (Amatori Cisternino), decimo in 59:52.
Tra le donne, splendida prova per Roberta De Robertis (Atletica Crispiano), che sembra tornata agli antichi livelli e chiude meritamente prima in 1:09:03. Da lodare anche Marisa Russo (Marathon Massafra), che senza eccessi e senza social, è sempre sul podio e chiude seconda in 1:09:51, andando a precedere la magnifica Emma Delfine (Nadir on the road Putignano), compagna di tante maratone in tutte Italia, terza in 1:10:16.
La corsa ce l’ha nel sangue e non riesce a farne a meno: Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), è quarta in 1:11:47, seguita dall’abruzzese Cesira Paponetti, qui presente con una buona rappresentanza del suo team, la Plus Ultra Trasacco, quinta in 112:53. Elogi anche per Mariantonietta Amatulli (Montedoro Noci), che è sempre lì tra le prime, sesta in 1:13:00, e la reattiva Alessandra De Luca (Atletica Amatori Brindisi), che ritrovo sempre con piacere, settima in 1:13:14. Altro esempio di tenacia, Viviana Verri (GPDM Lecce), chiude in ottava posizione in 1:13:26, davanti all’abbronzatissima Cinzia Ammirato (Atletica Monopoli), che dimostra di cavarsela bene anche in altura, nona in 1:14:06, con la determinata Grazia Anastasia (Podistica Grottaglie), decima in 1:14:41.
833 gli atleti in classifica Fidal, manca però nonno Vincenzo Mirizzi (Amatori Putignano), che ha tagliato il traguardo oltre le 2:20; tra le donne chiude Francesca Gallo (Triathlon Taranto), in 2:09:11. 70 i liberi, i restanti tutti… camminatori.
Mentre gli organizzatori continuano a regalare panini con capocollo e gustosissimi bocconotti fino ad esaurimento, con celerità cominciano le premiazioni.
Si parte con la consegna della targa del Trofeo Alessandro Morricella, il calciatore-operaio morto accidentalmente al lavoro, per una colata di ghisa all’Ilva: lo vince il decimo arrivato al traguardo volante, decimo come la 10, la maglia dieci del compianto calciatore: vince Giuseppe Lacarbonara dell’Atletica Talsano.
La targa del Memorial Denis Lusi, il podista avezzanese sposato con una signora di Martina Franca, purtroppo deceduto troppo presto, va all’associazione Plus Ultra Trasacco, la società di Denis, come già anticipato venuta in forza a correre da queste parti, graditissima ospite e protagonista.
E un premio va pure all’Associazione di Cirò Marina, ai suoi ottimi atleti che son voluti essere presenti.
Sale sul palco il colonnello Giampaolo Marin, comandante del 16° Stormo di stanza a Martina Franca: ha corso la gara, l’ha corsa in tempi da puro amatore, ma loda gli organizzatori e li invita ad estendere il tracciato fino alla distanza di mezza maratona, cosa peraltro già nei pensieri di Cervellera e company. Ritira il suo premio, mentre il crest dello Stormo lo consegna a Cosimo Girolamo, il validissimo atleta di Alberobello che corre sulle stampelle, e che merita il premio per la volontà, la dedizione e il coraggio.
E’ il turno finalmente degli atleti più veloci: salgono sul palco i primi tre uomini e le prime tre donne, per loro i premi sono tanti e tutti di qualità dal capocollo dop di Martina al cesto di frutta, alla medaglia e… non ricordo più!
A seguire, a ruota, i primi tre di ciascuna categoria per fascia di età con consegna di medaglia e ricco cesto con tanta frutta, i primi “liberi” (Domenico Di Turi e Arianna Abate), fino a concludere con le tre prime società per numero cumulativo di atleti arrivati: vince la Podistica Grottaglie con 41 finisher su Amatori Putignano (28) e Gioia Running (27).
I ringraziamenti del presidente Cervellera, i saluti di Paolo Liuzzi e la tradizionale foto di gruppo del team organizzatore, la Martina Franca Running, chiudono definitivamente la manifestazione.
Scontati i complimenti a Francesco e soci, da parte mia l’invito a non fermarsi, l’idea di portare su queste strade una mezza maratona può essere davvero felice, competenza, volontà, impegno, bravura, ospitalità e splendidi scenari naturali davvero non mancano.
Roberto Annoscia
Classifica 2018